Antonio Salvetti, L’impressionista di Colle Val D’Elsa

Antonio Salvetti nacque a Colle Val D’Elsa il 25 Settembre del 1854,da una famiglia benestante e molto conosciuta. Si appassionò fin da  bimbo alla pittura e alle arti plastico-figurative, sotto l’influenza  di sua madre  che aveva studiato disegno a Firenze  e a Livorno.
A 16 anni la famiglia lo mandò a Firenze, agli Scolopi, per completare gli studi ginnasiali iniziati privatamente nella sua Colle.
Ebbe tra i suoi insegnanti  Padre Manni, letterato e poeta dell’epoca, piuttosto conosciuto. Terminato il ginnasio Frequentò l’istituto fiorentino di belle arti, i corsi liberi di filosofia, di fisica, e di meccanica ed entrò come allievo nell’Accademia dove consegui il titolo di professore di disegno frequentando quindi nello stesso istituto il corso di Architettura , di anatomia descrittiva e di figura.
Nel 1878 ottenne il titolo di Architetto, e avendo vinto un concorso nazionale con premio, si recò a Parigi, dove comincio’ a cimentarsi nell’arte di ritrattista.
Contemporaneamente, visitava le raccolte  d’arte conservate nei musei della città, e si dedicava allo studio e all’esperienza da ritrattista perfezionando  la sua abilità di disegnatore.
A Parigi Il Salvetti Conobbe Diego Martelli, critico  e mecenate, amico dei grandi pittori francesi dell’epoca, a cui si deve l’introduzione della  lezione impressionista in Italia; Fu lui a distogliere Salvetti dal suo interesse per  tematiche epico- romantiche, per indirizzarlo su  tendenze  più in linea con quegli anni: Il naturalismo, che in italia prese  il nome di verismo.
Tornato in Patria, rifiuto’ l’offerta’ di assistente  di architettura all’accademia di Firenze, e comincio’ a girare l’Italia, Roma, Brescia, il Veneto; collaborando come disegnatore per la rivista “i Ricordi di Architettura” perfeziono’ ulteriormente la sua grande abilità di disegnatore.
Realizzò a Padova per Il conte B. Salvadego disegni acquerellati che  riproducevano il castello del nobile: in quell’occasione realizzò il suo primo quadro ad olio “Mandriana Lombarda” del 1880.
Nei due anni successivi il Salvetti si trasferi’ a monaco di Baviera, per  studiare i Van Dyck, Rubens e Rembrandt, conservati in quella città e frequentando gli artisti della scuola  bavarese dell’epoca, prese lezioni da Lembach e Zimmermann.

Come Architetto si ricordano le sue  opere Colligiane come Il campanile di S.Agostino, la fabbrica delle lane Susini, il cimitero della  Misericordia, ma anche altre opere importanti  nel Bresciano, a Poggibonsi ed altre…

Fu Pittore non molto prolifico per la verità a causa del suo impegno politico costante , che lo porterà a ricoprire anche la carica di Sindaco di Colle,  realizzò sia  Ritratti e figure, sia paesaggi.

La sua “Contadina Lombarda” fu esposta alla Royal academy, e moltissimi suoi ritratti ebbero  fama all’epoca, tanto da essere acquisiti da importanti collezioni, come  quella del Re Umberto.

Famosissimo  il ritratto che realizzò di Giacomo Puccini, di grande forza espressiva.
Ma nel Paesaggio, per uso  sapiente del colore, per freschezza realizzativa, per i toni  e la mano personalissima, fu veramente un grande artista: Ferdinando Paolieri, critico dell’epoca lo ritenne superiore al Fattori.

Ma Salvetti, uomo impegnatissimo, non aveva ne  il vezzo ne la voglia di fare autopromozione, e probabilmente per questa sua eccessiva modestia, non ebbe il successo mercantile che  meritava.
Solo dopo la sua morte, e ancora di più negli ultimi anni, Il Pittore di Colle ha avuto l’apprezzamento di appassionati e studiosi, raggiungendo ragguardevoli quotazioni nelle aste.

La Lettura, Antonio Salvetti
La Lettura

Telemaco Signorini, Il Cannicci, Barbieri, Gola e Bartolotti, erano suoi ammiratori ed amici.

Aveva anche la stima di Giovanni Fattori, di Mosè Bianchi,  di Focardi , Lietti, di Nomellini.

Salvetti fu un Verista-Impressionista, come lui stesso si  definiva, rientrando a pieno titolo nella corrente che in Italia prese il Nome di Macchia, partendo da Livorno, ma l’evoluzione del Salvetti parte direttamente da Parigi e sebbene si possa in qualche modo farlo rientrare nella corrente dei Macchiaioli, egli ne fu un esponente esterno, con un percorso del tutto personale, piu’ vicino al Cannicci che  al Fattori.
Mori’ nella sua Colle il 28 ottobre 1931.

Fabio Cappellini

Bibliografia: Il Pittore Antonio Salvetti di Ernesto Mattone  Vezzi, Colle Val D’Elsa 1932 presso la  Tipografia L.Cosi e Figlio


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *